Modena, assassinò a fucilate 2 donne: niente ergastolo “per motivi umanamente comprensibili”
Modena, assassinò a fucilate 2 donne, la Procura aveva chiesto l’ergastolo, la Corte di Assise si è espressa : “Niente ergastolo per motivi umanamente comprensibili”
Modena 13 Gennaio 2024, in merito all’assassinio di due donne, avvenuto a Cavazzona di Castelfranco Emilia, nel Modenese, il 13 Giugno del 2022, per mano di Salvatore Montefusco, un 70enne incensurato, la Corte di Assise si è espressa, con una sentenza spiegata con oltre 200 pagine.
Montefusco assassinò a fucilate la moglie Gabriela Trandafir, di 47 anni, e Renata, la figlia 22enne della donna.
Il 9 Ottobre scorso, i giudici avevano riconosciuto le attenuanti generiche, eppure le aggravanti riconosciute (aver commesso il delitto davanti al figlio minore della coppia).
“Un contesto di forte conflitto” con denunce reciproche
Secondo la sentenza le attenuanti generiche sono equivalenti alla aggravanti, ovvero : esclusa la premeditazione, i motivi abietti e futili, l’aver agito con crudeltà e ritenendo assorbiti i maltrattamenti nell’omicidio.
“Di tutta quella serie di condotte unilaterali e reciproche che, susseguitesi nel tempo e cumulativamente considerate” – “hanno senz’altro determinato l’abnorme e tuttavia causale reazione dell’imputato” – così si legge nella sentenza
30 anni e non l’ergastolo
In ragione “della comprensibilità umana dei motivi che hanno spinto l’autore a commettere il fatto reato” – “arrivato incensurato a 70 anni, non avrebbe mai perpetrato delitti di così rilevante gravità se non spinto dalle nefaste dinamiche familiari che si erano col tempo innescate”.
Il movente secondo i giudici “non può essere ricondotto e ridotto al mero contenuto economico”
Ma “Alla condizione psicologica di profondo disagio, umiliazione ed enorme frustrazione vissuta dall’imputato, a cagione del clima di altissima conflittualità che si era venuto a creare nell’ambito del menage coniugale e della concreta evenienza che lui stesso dovesse abbandonare l’abitazione familiare”.
La Corte ha stabilito che è “plausibile”, che nel momento in cui Renata gli disse, (e non sarebbe stata la prima volta secondo quanto dichiarato da Montefusco), che avrebbe dovuto lasciare la casa, il 70enne “abbia determinato nel suo animo, come dallo stesso più volte sottolineato, quel black-out emozionale ed esistenziale che lo avrebbe condotto a prendere l’arma” (posta a pochi metri di distanza), per uccidere le due donne e che “mai e poi mai” – secondo quanto asserito dai testimoni, sentiti in aula, l’uomo avrebbe minacciato di morte, prima di allora le due donne.
Insomma per i giudici è stata la “situazione che si era creata nell’ambiente familiare e che lo ha indotto a compiere il tragico gesto” (fonte TGCOM24).
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