Trasporto Pubblico Locale, i conti non tornano
Trasporto Pubblico Locale. Nel 2024, la Regione Lombardia ha stanziato circa 650 milioni di euro per il trasporto pubblico locale (TPL). Questo stanziamento rappresenta un aumento di 25 milioni rispetto all’anno precedente, con risorse provenienti sia da fondi regionali che statali.
La ripartizione dei fondi è stata effettuata tra le diverse agenzie TPL, Trasporto Pubblico Locale, della regione:
Trasporto Pubblico Locale. Milano-Monza Brianza-Lodi-Pavia ha ricevuto circa 426 milioni di euro, Bergamo 52 milioni, Brescia 59 milioni, Como-Lecco-Varese 68 milioni, Cremona-Mantova 34 milioni, e Sondrio circa 8,5 milioni
Fonte dati precedenti: Askanews e Radio TSN
Il settore del trasporto pubblico locale in Lombardia, tuttavia, affronta diverse difficoltà. Tra queste, vi è l’equilibrio economico delle aziende del sistema e la sostenibilità economica degli affidamenti. Nonostante gli investimenti, il settore continua a fronteggiare problemi strutturali come la necessità di modernizzare la flotta e migliorare la qualità del servizio
Le rivendicazioni sindacali nel settore del Trasporto Pubblico Locale persistono principalmente a causa di problemi legati alle condizioni di lavoro, ai salari, e alle risorse insufficienti per garantire un servizio adeguato.
Trasporto Pubblico Locale. Gli scioperi e le proteste sindacali spesso mettono in difficoltà gli utenti, creando disservizi e ritardi.
Trasporto Pubblico Locale: “il fondato pericolo di un pregiudizio grave ed imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati”. Lo riferisce la Commissione in una nota deliberata ieri pomeriggio.
Landini per la CGIL ribatte a Salvini che aveva chiesto di intervenire per ridurre le ore di sciopero da 8 a 4 (@web), mentre il sindacato ribatte:
“Non comprendiamo questa posizione della commissione, se non per rispondere ai diktat di Salvini che un giorno sì e un giorno no vuol mettere in discussione il diritto di sciopero”.
La stranezza della insistenza della CGIL che si vede chiaramente come uno strumento dell’Opposizione per mettere in difficoltà il Governo e insiste sullo scontro sociale, mentre in realtà il principale sindacato dovrebbe essere leader nella contrattazione e portare a casa gli aumenti contrattuali che servono agli iscritti!
Queste azioni sono generalmente finalizzate a ottenere migliori condizioni per i lavoratori del settore del Trasporto Pubblico Locale, che lamentano carichi di lavoro eccessivi e retribuzioni non adeguate rispetto alle responsabilità e alle sfide quotidiane che affrontano MA CONTINUARE A FARE SCIOPERI serve ?
Trasporto Pubblico Locale. Il disagio è forte e la politica, oltre ai consumatori, si interroga su quanto sta accadendo ed eventuali soluzioni.
Gli investimenti ingenti potrebbero non esserci più in futuro, in tali quantità e il rischio che “salti” l’intervento pubblico è concreto.
Le problematiche sono vaste e varie e vanno inquadrate all’interno di un progetto Paese per la mobilità che stentiamo a vedere nella pratica anche se obiettivamente qualcosa si era mosso in tal senso: vedi link del MIT
Nel documento sopra citato si parlava del settore e degli interventi “- descrive la situazione della mobilità locale in Italia, con particolare riferimento al trasporto pubblico e collettivo, stabilendo possibili obiettivi con cui confrontarsi e sui quali misurare e valutare gli investimenti pubblici e gli interventi di riforma“.
Trasporto Pubblico Locale. Un intervento coordinato per ” l ’avvio di un dialogo con il Parlamento, le Regioni e gli operatori del settore“, questo era l’intento del progetto del MIT.
Obiettivi e programmazione degli interventi:
obiettivi strategici da conseguire entro il 2030:
- aumento di 10 punti percentuali della ripartizione modale degli spostamenti in favore di modalità
di mobilità sostenibili (mobilità collettiva e/o condivisa, micro-mobilità elettrica e mobilità attiva a
piedi e in bicicletta -
riduzione dei tempi di spostamento locali, in particolare nelle aree metropolitane
- riduzione della quota di persone che dichiara di avere difficoltà di accesso ai mezzi pubblici e incremento della quota di persone che dichiara di essere soddisfatta della qualità del trasporto pubblico locale
- riduzione dei divari territoriali in termini di accessibiità, efficienza e qualità del trasporto pubblico,
con particolare riferimento alle regioni del Mezzogiorno e alle aree suburbane e periurbane delle aree
metropolita - sostituzione dell’intero parco autobus del TPL con classe ambientale inferiore a Euro 5 e transizione green verso l’elettrico e l’idrogeno, in vista della decarbonizzazione del settore al 20503
- diffusione generalizzata di strumenti digitali che realizzino l’approccio Mobility as a Service (MaaS).
- incentivi monetari all’uso del trasporto pubblico e di altre forme di mobilità sostenibili e disincentivi (monetari e non) all’utilizzo del mezzo privato
- campagne comunicative, forme di pianificazioni e di viaggio personalizzate e altre misure che incidono sui comportamenti individuali,
- strumenti integrati di pianificazione degli insediamenti (residenziali, produttivi e commerciali) e
della mobilità. - Nel documento sul Trasporto Pubblico Locale si parla anche di una serie di altre questioni non da poco:
- miglioramento delle modalità di affidamento del servizio attraverso il riordino e la sistematizzazione della disciplina vigente e della governance
- e anche di miglioramento della qualità del servizio ( utenti/consumatori)
-
Trasporto Pubblico Locale, sempre nel già citato documento, ci si propone pure di evidenziare
- «processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali».
- E si introduce Il concetto di sostenibilità che include e integra la dimensione economica, quella sociale e quella ambientale.
-
Il tutto viene riportato sinteticamente nella tabella che segue:
- Tabella 1. Obiettivi strategici e indicatori del sistema di mobilità pubblica
Obiettivi strategici: Indicatori: - E1: Miglioramento mobilità locale Tempi di spostamento e indici di congestione
E2: Efficientamento servizio pubblico Rapporto tra ricavi (o passeggeri) e costo pubblico
S1: Miglioramento accessibilità Indici di accessibilità ai mezzi pubblici
S2: Miglioramento qualità del servizio Indici di soddisfazione e indicatori oggettivi
A1: Cambiamento modale Quota mobilità sostenibile e tassi di motorizzazione
A2: Riduzione delle emissioni Indicatori di qualità dell’aria e di emissioni di CO2
Nella tavola sono riportati obiettivi per ognuna delle tre dimensioni di sostenibilità (E: economica; S: sociale; A: ambientale
anni che nel 2019 hanno utilizzato l’autobus, il filobus e il tram erano quasi 13 milioni, di cui 5,8 milioni
almeno qualche volta alla settimana.
Aggiungiamo pure le differenze significative, negli spostamenti, tra Nord e Sud:
Modalità del Trasporto Pubblico Locale?
Tabella 2. Indicatori di offerta di TPL (2019)
Totale per area geografica:
Nord Centro Mezzogiorno Metropoli
Posti/km per abitante 4.624 6.199 5.004 1.946 6.721
Posti/km per milione passeggeri 24,1 23,6 22,8 32,3 22,9
Quota posti/km su gomma 57,1 53,0 54,4 83,2 45,5
sono significativamente più basse rispetto alla media europea; solo Milano ha un prezzo superiore alla
mediana delle città considerate”
Gli investimenti ci sono?
Il confronto con altri paesi:
ferrovie urbane) è inferiore ai 1.400 chilometri, a fronte di circa 1.900 in Francia, 2.300 in Spagna e 4.700 in
Germania.
I dati per quanto riguarda l’aspetto ecologico sono pesanti.
trasporto pubblico urbano e extra-urbano appartenenti alle classi ambientali inferiori a Euro 5, servirebbero 17.000 autobus elettrici, stando ai dati del 2021. Assumendo un costo per autobus di 440 mila euro,
in linea con le stime per il PNRR, servirebbero ulteriori 6 miliardi di euro per completare il rinnovo”.
Ripartizione dei fondi a seconda della domanda e della popolazione
totale
Struttura
urbana
Composizione
socio-demografica
Indicatore
sintetico Spesa storica
Piemonte 8,5% 8,2% 8,6% 8,4% 9,8%
Lombardia 19,8% 22,1% 20,2% 20,7% 17,4%
Veneto 9,6% 9,1% 9,9% 9,5% 8,3%
Liguria 3,0% 3,2% 3,0% 3,1% 4,1%
Emilia-Romagna 8,8% 9,1% 9,1% 9,0% 7,4%
Toscana 7,3% 6,7% 7,4% 7,1% 8,8%
Umbria 1,7% 1,6% 1,7% 1,7% 2,0%
Marche 3,0% 2,3% 3,0% 2,8% 2,2%
Lazio 11,3% 12,2% 11,3% 11,6% 11,7%
Abruzzo 2,5% 2,0% 2,5% 2,3% 2,7%
Molise 0,6% 0,5% 0,6% 0,6% 0,7%
Campania 11,3% 11,5% 10,5% 11,1% 11,1%
Puglia 7,8% 7,4% 7,4% 7,5% 8,1%
Basilicata 1,1% 1,0% 1,1% 1,1% 1,5%
Calabria 3,7% 3,1% 3,5% 3,5% 4,3%
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